"E di colpo percepisce in quella dichiarazione una minaccia. Qualcosa che si avvicina dalla parte del mare. Qualcosa che avanza trascinato dalle nubi scure che attraversano invisibili la baia di Acapulco."
Roberto Bolano, (da Ultimi crepuscoli sulla terra; Puttane assassine)

domenica 9 ottobre 2016

Valporno, di Natalia Berbelagua, Edicola edizioni, trad. di Rocco D'Alessandro

I racconti riuniti in questa raccolta, uscita in Cile nel 2011 per l'editore Emergencia Narrativa, sono stati ricevuti dal mondo letterario latinoamericano come uno schiaffo in pieno volto (un po' come, all'epoca, Shangay baby di Zhou Wei Hui per la Cina) ma, al contrario di quanto si possa pensare, lo scandalo reale non risiede nel "porno" del titolo, quanto nel nichilismo che permea ogni narrazione, ogni gesto ed ogni pensiero dei protagonisti. In realtà, di sesso praticato, in questi racconti non ce n'è poi molto (e in diversi racconti non ce n'è punto) e quel po' che emerge è comunque raccontato dalla voce narrante dei vari racconti e mai dall'autrice in presa diretta. Lo scandalo risiede più che altro nella visione (dell'esistenza) che è la vera protagonista del libro nel suo insieme. Nichilismo, pazzia, esseri borderline che fanno della noia la loro peggior droga e, a volte, delle droghe una vera noia. E il sesso o, per essere più precisi, le parafilie che si muovono tra i vari racconti come bestie in caccia, non sono altro che un corollario di tutto questo. E' un po', la Berbelagua, un Bukowsky in gonnella, ma senza le corse ai cavalli e il vino a sollevare il morale. In realtà neppure il sesso ha (è) un sapore diverso dal resto dell'esistenza: più che altro, risulta incomprensibile. Nasce come un impulso tra gli altri, in corpo ad esseri umani che, non comprendendo il senso dell'esistere, si limitano a vivere di impulsi, passando da una situazione surreale ad un altra con la beata indifferenza di chi non ha idea di cosa stia capitando. Che si tratti di lunghe classificazioni dal gusto postmoderno di amanti (Dieci amanti) o di potenziali vittime (La comunità della frusta), di perversioni che colpiscono all'improvviso come se si trattasse di folgorazioni illuminanti (Perversioni della domenica), di lascive voglie insaziabili di sorelle mezzo sceme (Le Toledo), o di racconti allucinati di vere e proprie parafilie (Hitachi 917), il sesso è sempre qualcosa che piomba nell'esistenza senza un codice di decifrazione, travolge tutto per qualche tempo ma in fondo non cambia nulla. I racconti Avventure di una coppia moderna (quanto ricordano, i protagonisti, Sailor e Lula, di giffordiana memoria), Fino a che pazzia non ci separi e Offerta d'amore sono forse quelli che più degli altri esplicitano il senso nichilista dei protagonisti nei confronti della vita, nichilismo che qui si fonde con la demenza vera e propria (come già, ma con un effetto più ironico, ne Le Toledo): i protagonisti di questi racconti potrebbero tranquillamente essere usciti da un racconto allucinato di Barry Gifford, e in effetti alcuni racconti si caratterizzano per venature alienate quando non decisamente pulp (Sonata dell'odio e Il cervo pagano, sono addirittura su toni noir il secondo vira decisamente verso il gotico). Valparaiso, dunque, come gli Stati Uniti. Anche lo stile, asciutto e preciso, apparentemente leggero è più nord che sud americano: gusto per le lunghe liste, apparente mancanza di psicologismo, freddezza anatomopatologica dello sguardo, ironia tagliente. I padri illustri della Berbelagua pare dunque inevitabile cercarli negli States, in quella letteratura che, non di rado, ha fatto dell'eccesso (non senza un occhio strizzato al mercato) un marchio di fabbrica. Trasferire un canone letterario altrui nella propria letteratura nazionale è certamente un'operazione coraggiosa, la Berbelagua ci riesce, ma trasponendo materiali narrativi da un altrove importa nei suoi racconti una massa travolgente di disturbante cupezza in netto contrasto col titolo ammiccante (titolo che, nella miglior tradizione dell'editoria nordamericana, strizza appunto l'occhio al mercato).
  Ci troviamo immersi in un mondo che è il nostro, ma abitato da personaggi borderline che si muovono come zombie inconsapevoli del mistero che grava sulle loro teste, incapaci di negarsi ai propri impulsi come sono incapaci di cercare un senso qualunque al loro stare al mondo, che siano in gruppo, o in coppia, la loro natura intima è quella di essere solitari o, per meglio dire, soli. Soli in quanto persi, se non addirittura perduti.

  A volte la solitudine è terribile e mi vedo come una Sylvia Plath senza talento 
che soffre fissando lo spazio vuoto dove dovrebbe andare il forno
 e dove in verità non c'è nulla. A volte invece la solitudine attrae gente .

Natalia Berbelagua è nata a Santiago del Cile nel 1985. Ha pubblicato i libri di racconti Valporno (2011), La bella muerte (2013) e Domingo (2015). Alcuni suoi testi sono stati inseriti nelle antologie CI Fronteras di Editorial Universidad ALberto Hurtado, We rock, ocho historiasràpidas y pesadas di Ediciones B, Escritura y visualidad di Ediciones Altazor e nell'antologia personale El arte de las sonrisas di Suburbano Ediciones, Miami. Ha scritto sceneggiature per la tv cilena e tiene corsi di letteratura. Mentre lavora allo spettacolo di musica e poesia Chinoy y los poets, sta per essere pubblicata dalla casa editrice Pez Espiral la sua opera riunita. Da dieci anni vive a Valparaiso. In Italia è pubblicata da Edicola edizioni che vive e pubblica tra Italia e Cile.

Nessun commento:

Posta un commento